La quarta edizione del progetto Mi Trovo Un Lavoro è arrivata quasi alla fine del percorso. Partecipano quattro donne, tre di origine peruviana e una proveniente dal Pakistan. Come sempre, ognuna di loro ha un o una tutor che la segue personalmente in un prezioso rapporto personale di sostegno e guida, e una coach, che aiuta a rendere più limpida e forte la motivazione nel cercare lavoro.
Il bilancio competenze
Le basi per una ricerca di lavoro tagliata su misura sulla persona le pone il bilancio delle competenze. Solo dopo questo passaggio, fatto di quattro incontri individuali con un’esperta professionista, si può stilare per ogni partecipante un piano individuale e dare linee guida a tutor e coach per il supporto nella parte di ricerca attiva.
Come funziona il bilancio delle competenze? Grazie all’uso di questionari ed esercizi preconfezionati e grazie a un colloquio finale, ognuna di loro ha potuto ricostruire esperienze fatte dall’infanzia a oggi, ruoli rivestiti sia in famiglia sia sul lavoro, mettendo così a fuoco talenti, competenze e le cosiddette soft skills.
Abbiamo fatto anche una ricostruzione ragionata sulla formazione ricevuta da ognuna di loro. Incrociando tutte queste informazioni, che in alcuni casi hanno illuminato capacità di cui non erano consapevoli ma che in altri hanno provocato ricordi dolorosi, ogni partecipante, con l’aiuto dell’esperta in bilancio delle competenze e della coach, ha stilato una lista di desiderata e un piano di azione per la ricerca attiva del lavoro.
Dal cv al colloquio di lavoro
Dopo il bilancio delle competenze, le partecipanti hanno seguito la lezione sulla stesura del curriculum vitae e, a partire dal piano individuale elaborato e con l’aiuto del o della tutor, hanno scritto uno o due cv, secondo i propri progetti. In gennaio c’è stato il modulo del colloquio di lavoro, altro momento delicato, perché mai come durante un’intervista professionale entrano in gioco fattori culturali che possono portare a fraintendimenti.
Ora sta partendo il modulo della ricerca attiva, con la lezione collettiva e, a seguire, gli incontri individuali con i tutor o le tutor a supporto, appunto, della ricerca.
Il problema degli stereotipi
Il progetto Mi Trovo Un Lavoro, finanziato da Fondazione Banca Popolare di Milano e dal’Otto per Milla Valdese, è interessante e prezioso non solo per il sostegno che dà a chi vi partecipa, ma anche per quello che emerge del vissuto di persone di origine straniera una volta in Italia.
Quello che per esempio constatiamo in questa edizione è come sia quasi inesorabile che le persone trovino un impiego sulla base dagli stereotipi legati al loro Paese di origine e non sulla base delle loro competenze. Tutte le partecipanti, anche se laureate, hanno trovato un’occupazione in ambiti legati alla cura della casa o della persona (domestiche, custodi, badanti). A peggiorare le cose, gli anni trascorsi a fare lavori che nulla hanno a che fare con la loro formazione fanno perdere lentamente le competenze acquisite, rendendole superate o anche solo infondendo insicurezza nel momento della ricerca di un lavoro più in linea con quanto studiato.
Insegniamo a credere nei propri sogni
La nostra speranza resta quella di rendere le persone che fanno il percorso con noi più consapevoli e motivate nella ricerca di un lavoro che garantisca loro una maggiore soddisfazione, calibrando le tappe per raggiungerlo in un piano a breve, medio e lungo termine.
‘Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni’, scrisse Eleanor Roosevelt, attivista e first lady statunitense, a cui va gran parte del merito per la formulazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 da parte dell’ONU: noi cerchiamo di far riscoprire a queste donne, a chi ha già fatto il percorso con noi e a chi lo farà, la bellezza dei loro sogni.