Imparare l’italiano è il primo passo per chiunque voglia costruire il suo futuro in Italia. Poi arriva un passo cruciale, quello che sancisce la piena inclusione: lavorare.
È per aiutare a compiere questo fondamentale ultimo passo che NoWalls sta dando vita al suo nuovo progetto Mi trovo un lavoro, che mira a far diventare autonome le persone straniere nella ricerca di un impiego. Lo facciamo attraverso un percorso di formazione di due mesi in cui si alternano momenti formativi di gruppo volti ad approfondire temi quali la redazione del CV, il colloquio di lavoro e la ricerca attiva del lavoro, e momenti formativi individuali per rafforzare aspetti rilevanti delle competenze tecniche e trasversali di ogni beneficiario. Il progetto ha vinto un bando di Regione Lombardia, che ci ha permesso di passare dall’idea alla realizzazione.
Il nostro scopo, per usare una metafora nota, è ‘insegnare a pescare, non fornire il pesce già pronto’. Ovvero: non promettiamo di trovare un impiego, ma ci impegniamo a dare gli strumenti perché le persone che affianchiamo possano diventare autonome nella ricerca di una sistemazione lavorativa adatta alle loro capacità e coerente con i loro obiettivi, evitando loro di finire dentro circuiti di sfruttamento. Il tutto attraverso un percorso sartoriale, modulato sulle caratteristiche di ogni beneficiario o beneficiaria.
Venti volontari formati ad hoc
Abbiamo creato una squadra che comprende 20 volontari, alcuni impiegati in più di un ruolo:
8 tutor che seguono la persona loro affidata in un rapporto uno a uno
6 coach che lavorano sulla creazione di un clima di serenità e fiducia tra tutor, docenti e beneficiari per tutta la durata del progetto
4 esperti di bilancio delle competenze che mettono il loro sapere al servizio di ogni partecipante
6 docenti che insegnano a scrivere un curriculum vitae, a sostenere nel modo più efficace un colloquio di lavoro, a muoversi nella rete per cercare gli annunci di lavoro, a rispondere in modo adeguato alle mail, a rispettare le regole di base per riuscire poi a tenersi il lavoro dopo il periodo di prova.
In più sono coinvolti una coordinatrice, una responsabile della comunicazione e un mediatore culturale che interverrà qualora ce ne sia bisogno.
A questi volontari offriamo un percorso di formazione di 24 ore organizzato con Boston Group e l’associazione Lachesi perché abbiano una conoscenza più approfondita del mondo dei migranti, del mercato del lavoro in Lombardia con focus specifico sulla richiesta di personale straniero, delle tematiche legali che riguardano i migranti e il mondo del lavoro, del bilancio delle competenze da fare in particolare con i migranti.
Il primo gruppo di beneficiari
La ricerca dei candidati è iniziata e, per questo primo capitolo del progetto, abbiamo deciso di coinvolgere persone con requisiti ben precisi:
- un livello di conoscenza della lingua italiana abbastanza avanzato da permettere loro di esprimersi e di comprendere i contenuti dei moduli formativi
- una situazione legale definita, con un permesso di soggiorno che dia possibilità lavorativa
- buona capacità di uso di alcuni strumenti digitali utili alla stesura del CV e alla ricerca attiva del lavoro.
Stiamo facendo colloqui a studenti della nostra ScuolAperta e a candidati che ci stanno segnalando Sprar e Centri di accoglienza con cui siamo in contatto e a breve formeremo anche il primo gruppo di beneficiari.
Partiti!
Sabato 23 gennaio è iniziata la formazione: i volontari hanno incontrato una psicologa e un mediatore culturale che hanno raccontato quali fragilità si potranno incontrare lungo il percorso con i primi beneficiari: saranno otto, per garantire l’approccio personalizzato, e inizieranno a incontrare i loro tutor nei primi giorni di febbraio.
I commenti dei volontari che hanno partecipato al primo incontro della formazione ci dicono che siamo sulla strada giusta:
Dalla riunione ho tratto molte conferme, ma soprattutto nuovi spunti per me molto interessanti. La scelta delle persone che ci hanno intrattenuto è stata particolarmente felice. – Marcello
L’esperienza della psicologa e di Seydou sono fonte di grande ispirazione per me. – Anna
L’incontro di formazione con Maria e Seydou ha confermato la mia prima impressione di un progetto importante, nel quale le informazioni di tipo pratico si legano a valutazioni di ordine psicologico. Il contributo di Maria e di Seydou, con grande sensibilità e intelligenza, ci ha permesso di guardare dentro le dinamiche umane della relazione con i ragazzi migranti e di scoprire, quindi, quanto sia facile essere vittima di banali luoghi comuni. – Giancarlo
La pacatezza e l’esperienza della psicologa sono state molto importanti e gli interventi di Seydou sono stati fondamentali per capire meglio come rapportarsi con ragazze e ragazzi. – Laura
L’aver ascoltato l’esperienza vissuta sulla propria pelle e, soprattutto, direttamente il vissuto di Seydou, consente di mettersi nei panni dell’altro, quindi capire e dare la giusta interpretazione a comportamenti che potrebbero essere altrimenti oggetto di fraintendimento e minare l’efficacia della relazione. – Gabriella
Quello appena iniziato è il progetto che chiude il cerchio della nostra opera per favorire l’inclusione degli stranieri e che vogliamo far crescere e articolare sempre di più nel corso di quest’anno e del 2022. Le premesse per fare un buon lavoro ci sono tutte.