“Due bambini della mia classe mi hanno raccontato con gli occhi pieni di gioia che le loro mamme si sono iscritte al vostro corso e stanno imparando l’italiano”.
È il messaggio di una maestra della scuola elementare Bacone dove abbiamo avviato un corso di italiano per le mamme degli scolari.
Quegli occhi di pieni di gioia sarebbero sufficienti per chiarire il senso di questa operazione. Ma si aggiungono i visi attenti, concentrati, sorridenti delle nostre nuove alunne. Si chiamano Amany, Fatemeh, Cindy, Ghizlan, Anna, Indrani, Li, Olena. Arrivano dall’Egitto, dallo Sri Lanka, dal Marocco, dalle Filippine, dalla Turchia, dall’Iran, dall’Ucraina. Il mondo in una stanza.
Abbiamo un’avvocatessa algerina che qui fa la casalinga, un’ingegnera colombiana in cerca di lavoro, una nonna cinese, analfabeta, che cresce da sola il nipotino a 8 mila chilometri di distanza dal suo Paese natale.
Mentre i loro figli imparano la storia, la geografia e anche a far di conto, loro imparano l’italiano con noi.
Alle 16 e 30 suona la campanella e vanno tutti a casa insieme, le mamme con i loro bambini, i bambini con le loro mamme, pronti ad aiutarsi a fare i compiti, reciprocamente.
I corsi di ScuolAperta mirano a favorire l’integrazione e l’incontro, ma le ricadute sono ogni volta più grandi e complesse, riguardano le persone e tutto il loro mondo, che è quello che abitiamo anche noi.
Alla fine, gli occhi pieni di gioia li abbiamo tutti.