Dopo tanto lavoro di backstage, il 20 marzo è iniziato il primo corso di formazione previsto dal progetto GeKu*- Genere e Culture, che ha come obiettivo quello di favorire il dialogo con i Minori Stranieri Non Accompagnati riferito alla dimensione di genere ed è realizzato con il contributo di Fondazione Comunità di Milano.
Stereotipi e pregiudizi
Mentor, tutori e tutrici, educatori ed educatrici hanno incontrato on line Elena Fierli e Giulia fabbri – formatrici di Scosse che da anni lavorano sulla decostruzione di stereotipi come forma di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e fra i generi – e Anna Mirenzi di EDI onlus, counselor con decennale esperienza nel sostegno ad adolescenti con fragilità di vario tipo. Sono le esperte che guidano il primo modulo di questo primo percorso, volto a far riconoscere stereotipi e pregiudizi che fanno anche parte di noi e della nostra storia, a dare strumenti di comunicazione per superare le barriere culturali e costruire una relazione più armonica con i minori stranieri.
Gli altri percorsi di formazione, uno rivolto a insegnanti di italiano L2 e del doposcuola e l’altro rivolto direttamente a Msna e coetanei italiani, inizieranno dopo la metà di aprile.
L’educazione positiva
In generale, al centro di questo primo percorso c’è il metodo dell’educazione positiva – nato nell’ambito di Save the Children – volta cioè a:
- comunicare con gentilezza anche in situazioni di tensione;
- gestire le situazioni conflittuali senza ricorrere alla violenza;
- tenere conto dei sentimenti degli altri;
- far sentire il proprio sostegno e fornire punti di riferimento;
- offrire la possibilità di trasformare situazioni critiche in preziose occasioni di crescita.
Tra laboratorio e teoria
La formazione prevede di lavorare a partire da esempi di situazioni di difficoltà in cui ci si è trovati, in modo da attivare la capacità di ascolto reciproca, di valutare diversi punti di vista e – molto importante – di modulare il percorso sulle esigenze concrete di chi partecipa.
Non mancano parti teoriche a supporto di quelle laboratoriali.
Ventisei incontri
Il percorso prevede 26 ore di incontri, parte on line, parte in presenza. Una volta terminato il modulo sulla decostruzione degli stereotipi, il secondo modulo, che seguirà solo Edi, si concentrerà in particolare su:
- educazione positiva,
- approccio ai diritti,
- Child Safeguarding, l’insieme di procedure e pratiche volte a garantire che i/le minori che frequentano contesti di supporto formali o informali (a carattere educativo, sociale e/o altri) siano sempre tutelati/e da possibili maltrattamenti e abusi,
- uso consapevole delle nuove tecnologie.
Abbiamo fatto conoscenza
Il primo incontro ha permesso a chi c’era di conoscersi e di raccontare le aspettative rispetto al corso. Siamo partiti da una riflessione su che cosa significa per ogni partecipante occuparsi di un Minore Straniero, e già questa semplice domanda ha fatto emergere tanti punti di vista diversi.
Il primo incontro ha lasciato molti e complessi elementi su cui riflettere.
Dopo tanto allenamento all’ascolto, al distacco dal proprio punto di vista, alla costruzione di ponti relazionali, saremo tutte e tutti trasformati, in grado di stare con più efficacia e apertura nella relazione con i Minori Stranieri Non Accompagnati, e con le altre persone in generale.
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