“Devo essere sincera? A volte mi dimentico che non ci vede”. Clementina è entusiasta. È una delle nostre due maestre volontarie che hanno accettato la sfida di fare un corso di italiano on line dedicato a un singolo studente che però ha una particolarità: è non vedente. Tamru è un giovane uomo etiope che risiede in un centro di accoglienza a Milano. Quando gli educatori del centro ci hanno scritto per chiederci un aiuto per un loro ospite con questa disabilità, abbiamo rivolto un appello ai nostri volontari. Ci hanno risposto in tanti, a conferma della passione che anima tutto il gruppo di insegnanti NoWalls.
Le prime che ci hanno scritto, Clementina e Lucia, sono state ‘arruolate’. Clementina è maestra volontaria per NoWalls, ma ha da poco preso la certificazione professionale e insegna l’italiano agli stranieri al CPIA di Milano. Lucia invece insegna Lettere in una scuola superiore di Milano. Hanno fatto una breve formazione con Alessia Benenti, la nostra formatrice, e hanno avviato il corso con Tamru. Il suo livello di italiano è A2. Ognuna lo incontra su Zoom per circa un’ora e mezza alla settimana.
Canzoni per imparare
“Ero un po’ spaventata”, dice Lucia. “Temevo di non essere abbastanza coinvolgente con la possibilità di usare solo la voce. E ancora oggi, dopo un mese, nella scelta e trattazione di alcuni argomenti ho sempre il timore di dire qualcosa di sbagliato. Ma questi timori svaniscono nel momento stesso dell’incontro”. Gli educatori ci avevano detto, in effetti, che Tamru è un uomo molto intelligente e desideroso di fare lezione. “Mi fa domande difficili, vuole imparare il gerundio, il congiuntivo…”, conferma Lucia, che ha deciso di usare le canzoni come base per lavorare sulla comprensione, sul lessico e poi sulla grammatica. “Per la lezione sul tempo futuro abbiamo ascoltato e analizzato Arriverà dei Modà”, spiega. “Lavoriamo ogni volta su una canzone diversa, poi lui la ascolta nei giorni a seguire, e la volta dopo mi fa tutte le domande che vuole”.
Lucia ha pensato alla sua lezione come a un trasmissione radiofonica e questa scelta paga: Tamru è molto coinvolto. “Addirittura condivido con lui lo schermo, come in una lezione con studenti che non hanno problemi di vista. Gli dico che cosa faccio, che cosa scrivo. Per me è più naturale perché è quello che faccio tutti i giorni con i miei allievi italiani e lui mi segue senza problemi”.
Focus su politica e attualità
Clementina ha scelto, invece, di usare gli audiolibri pensati per il livello di italiano di Tamru. “Non solo: siccome mi ha detto che ha studiato scienze politiche e che è molto interessato all’attualità, gli propongo talvolta di partire dalle notizie del giorno, anche perché lui ascolta la rassegna stampa quotidiana”. Dagli articoli di giornale, si passa al lessico e alla grammatica. “Io uso l’inglese come lingua ponte, anche se in una lezione di italiano L2 si dovrebbe evitare di appoggiarsi ad altre lingue. Però mi manca la possibilità di usare la gestualità per far capire il significato di una parola: se per esempio mi chiede che cosa significa camminare, non posso mostrarglielo e allora glielo dico in inglese”. Del resto, l’unico strumento a disposizione è l’oralità… “Vero, ma non credo sia un handicap. Io stessa, quando ho studiato le lingue, ho trovato che l’unico strumento per impararle davvero era ascoltare e parlare, più che studiare le regole grammaticali. Ed è proprio quello che Tamru fa con me e Lucia”.
Chi impara di più?
Le nostre due maestre hanno una chat dove si passano le consegne da una lezione all’altra, proprio come fanno tutte le maestre e i maestri di altre classi. Sembrava una sfida difficile quella di insegnare online a un uomo non vedente; invece Lucia e Clementina sono soddisfatte e Tamru anche: non perde una lezione e ha chiesto a tutti gli ospiti del centro di non disturbarlo quando fa scuola. Nessuno entra nella sua stanza. C’è molto rispetto per questa preziosa occasione, che è tale per Tamru, ma anche per noi: perché dove si può provare ad abbattere un muro – che sia economico, sociale, culturale o legato a una disabilità – le volontarie e i volontari di NoWalls ci sono sempre.