Partecipare a un progetto come No Walls but Design per gli architetti, i designer e i fotografi che hanno risposto alla call di Luca Molinari, curatore dell’asta organizzata in collaborazione con Christie’s venerdì 13 settembre a Palazzo Clerici, è un gesto concreto per sostenere l’integrazione tra italiani e stranieri e le attività di NoWalls che da tre anni lavora su questi temi. Ma esprime anche la volontà di sensibilizzare le coscienze, prendere posizione e non volgere lo sguardo altrove mentre nei mari di casa nostra si chiudono i porti e si calpestano i diritti umani.
Abbiamo chiesto ad alcuni dei protagonisti dell’asta di esserne “ambasciatori”, voci della città del design e dell’accoglienza della società civile, che anche attraverso la bellezza dell’arte sottolinea l’urgenza di aiutare chi sbarca nel nostro Paese in cerca di un futuro possibile.
Filippo Romano | fotografo
«Lavoro come fotografo su slums africani e marginalità da circa 10 anni ed è stato naturale aderire a questa iniziativa.
La mia “call to action” è l’invito allo studio della geopolitica e delle culture da cui provengono i migranti. Ho donato all’asta un’onda atlantica ripresa nel tardo pomeriggio davanti alla costa Portoghese a Nazarè. Non ha un fil rouge didascalico e non è legata al fatto che in Italia i migranti arrivano via mare… Un mese fa il corpo di un povero cittadino del Kenya è piombato senza vita sulle case della periferia di Londra, si era nascosto nei motori di un aereo della British. Ognuno trova qualcosa nella bellezza di un’onda, ci vede quello che vuole, è entità senza confini e basta così.
Le fotografie sono tracce utili per sollevare domande, ma sul tema migrazioni il vero bene culturale sono le narrazioni dei migranti. Sono per la maggior parte orali e non vendibili in un’asta, ma sono l’unico vero valore al quale dovremmo fare riferimento».
Lorenza Bozzoli | designer
«Avere la possibilità di dare un aiuto all’integrazione è per me un onore. Sensibilizzare e mobilitare il mondo del design con un esempio concreto di partecipazione. Non c’è un fil rouge che unisce ciò che ho donato alle tematiche richiamate dall’asta, ma per assurdo visto che i miei Poufs evocano l’idea di comfort e morbidezza, la continuitá è nell’evidente contrasto con il terribile disagio che i migranti si trovano a vivere. Se un oggetto, oltre alla sua funzione pratica, è anche una ricerca di bellezza diventa poi un bene culturale».
Cherubino Gambardella | architetto
«Credo sia necessario sostenere progetti di integrazione sociale e di concordanza in una società sempre più dominata dalla competitività e dalla assenza di un sentire comune. Spero che raziocinio emozione e bellezza provino a ritrovarsi insieme. Questo è per me il senso del partecipare a No Walls but Design. Le differenze nella città sono una risorsa e questo è ciò che lega il senso dell’opera donata all’iniziativa di NoWalls. Le opere che andranno all’asta sono un bene culturale perché sono a disposizione di chi vorrà investire del denaro in arte e cultura per sostenere la causa di NoWalls».
Ramak Fazel | fotografo
«Mi è piaciuto partecipare a questo progetto per No Walls but Design e apprezzo come i vari pezzi si incastrano in modo coerente. Collettivamente dipingono un ritratto affascinante, una tensione del design italiano. Sono molto felice di far parte di questa iniziativa, soprattutto considerando la calda accoglienza che ho ricevuto in Italia come immigrato itaniano 25 anni fa. L’Italia continua a essere un faro di speranza compassionevole, una società ricettiva che promette un futuro migliore per così tante persone emarginate. La storia giudicherà le nostre azioni con maggiore chiarezza».