Ci abbiamo provato. Volevamo offrire qualcosa di bello, che facesse pensare e che scardinasse stereotipi vecchi e inutili sui migranti, sui Paesi da cui provengono, in particolare sulle donne di quei Paesi, che sono la parte più fragile ma anche quella più resiliente, esempio di grande dignità e attivismo.
Volevamo, però, che Talking Hands, la mostra fotografica che abbiamo organizzato alla Casa degli Atellani, fosse anche un’esperienza piacevole, che fosse un po’ una festa per chi ha a cuore il principio base che muove tutti i nostri volontari: prima le persone. Ci abbiamo provato e pensiamo di esserci riusciti.
Per questo motivo dobbiamo ringraziare Diana Bagnoli, Filippo Romano e Ugo Lucio Borga che ci hanno donato le loro foto. Luca Molinari e Paola Romano che hanno generosamente curato la mostra e ideato l’allestimento.
Letizia Castellini che ci ha permesso di godere di un luogo meraviglioso, la Galleria della Casa degli Atellani, da cui non avremmo mai più voluto andarcene tanto è dolce l’incanto che si vive a stare lì.
Lo scrittore Gianni Biondillo che ci ha raccontato la sua Africa.
E poi tutti coloro che sono venuti, che hanno apprezzato, che hanno donato. Sono stati davvero tanti.
A occuparsi di integrazione e accoglienza, di questi tempi, viene un po’ di scoramento a volte. Questi giorni trascorsi insieme ci hanno dato invece nuovo coraggio e tanta determinazione per andare avanti con i nostri progetti.
Ci abbiamo provato e ci siamo riusciti. Grazie a voi.