Occhi lucidi, visi sorridenti, risate e divertimento. Per molti nostri studenti, il teatro è stato un felice battesimo. Quasi duecento, tra migranti e maestri volontari di Nowalls, hanno assistito agli spettacoli dello Spazio Teatro No’hma. Un’esperienza arricchente per me, volontaria e organizzatrice di queste serate, ma soprattutto per i ragazzi di Etiopia, Mali, Ghana, Senegal, Ecuador, Colombia, fino ai minorenni del Kosovo, ormai diventati degli habitué.
È un luogo speciale, lo Spazio Teatro No’hma: qualche centinaio di posti nell’ex palazzina dell’acqua potabile in zona Città Studi. Una bella realtà, diretta e rilanciata da Livia Pomodoro, ex Presidente del Tribunale di Milano, in memoria di sua sorella Teresa, attrice scomparsa prematuramente.
Unico nel panorama italiano perché a ingresso gratuito, il teatro promuove un’arte disponibile a tutti e una cultura libera, con spettacoli di frontiera.
In cartellone anche il Progetto Africa, sei appuntamenti con rappresentazioni di produzione africana, firmati da compagnie teatrali fatte arrivare in Italia da Senegal, Nigeria, Zambia…
Finora abbiamo riflettuto sulla dura condizione di vita dei ragazzi di strada dello Zambia, grazie a uno spettacolo messe in scena dal regista Martin Chishimba, primo attore africano ammesso alla Scuola del Piccolo Teatro.
Abbiamo riso e ammirato danze e canti dei sei performer di etnia nigeriana Ikwerre, che hanno raccontato la trasformazione dell’area del Delta del Niger.
Ci siamo commossi ascoltando alcune canzoni tradizionali dello Zimbabwe, messe in scena con ritmi travolgenti e tanta passione dai bravissimi attori della compagnia Kumran Arts & Media.
Ogni volta è una magia: l’incontro con l’anima africana, l’esperienza del teatro, l’amicizia con i volontari al di fuori delle classi. La cultura libera.
Simonetta Delfino
(volontaria di NoWalls)